Bari, Fiera del levante – Padiglione 152 – Regione Puglia. 15.30-18.30.
“Ogni volta l’inizio è questo momento di distacco dalla molteplicità dei possibili: per il narratore
l’allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili, in modo da isolare e rendere raccontabile la
singola storia che ha deciso di raccontare questa sera; per il poeta l’allontanare da sé un sentimento del
mondo indifferenziato per isolare e connettere un accordo di parole in coincidenza con una sensazione
o un pensiero. L’inizio è anche l’ingresso in un mondo completamente diverso: un mondo verbale.
Fuori, prima dell’inizio c’è o si suppone ci sia un mondo completamente diverso, il mondo non scritto, il mondo
vissuto o vivibile. Passata questa soglia si entra in un altro mondo, che può intrattenere col primo
rapporti decisi volta per volta, o nessun rapporto”.
Italo Calvino, Lezioni americane, (1988) – “Cominciare e finire”
Cosa facciamo insieme
Identifichiamo i primi elementi da porre in comune per perseguire la tutela, la valorizzazione e la massima capacità di diffusione del patrimonio dei luoghi della memoria come patrimonio comune.
In tempo reale pratichiamo una scrittura corale estrattiva: 10 righe per ogni progetto. Si va avanti per blocchi, una colonna dopo l’altra.
I progetti sono verticali, la scrittura è orizzontale
Ogni voce ha 5 minuti. Condivide: l’identità dell’ente e i suoi obiettivi, l’identità del luogo della memoria, il senso del progetto e i suoi scopi, le attività, i destinatari, i risultati attesi, le innovazioni incorso, i punti critici emergenti. Alla fine nasce un testo collettivo, che rivela la natura di ogni fattore. Basta attraversare le voci, in tutta la loro lunghezza.
Le testimonianze
Noi siamo i nostri obiettivi. I luoghi della memoria sono progetti, scopi, attività, destinatari, risultati attesi, innovazioni in corso, punti critici emergenti.
Noi siamo orchestra, istanza di una rete nazionale, museo etnografico fortemente attivo, partigiani giovani, memoria infallibile centenaria, collettivo fotografico, presenza costante, costruttori di teatro, valorizzatori del paesaggio, compagnia di aggregazione d’arte scenica, percorso di ricerca, un parco ecclesiale, cooperativa di comunità.
I nostri obiettivi sono per gli uomini incidenti nella storia, memoria di attenzione, lavoro sul perduto, sulle piccole realtà, archivi da riordinare, smontaggio di fabbrica contadina, racconto di campagne fotografiche, perché la memoria ha senso, una stanza gemella, tutela d’ambiente, partendo dall’uomo per fare un teatro, progetti di rete, itinerario, per rendere viva la fontana aperta di ricostruzione.
I luoghi della memoria sono un convento, un monumento strategico, un archivio digitale di storia pubblica di interesse costituito dalle persone, archivio centro di cultura, inventario di schede personali, casa museo di documenti, lotte delle terre, roghi di biciclette per non far morire le persone, per l’estrazione delle storie, posto aperto e scuola democratica, teatro come bene tutelato e fruibile, traiettoria di ricordi e di accoglienza, luogo di gente semplice e patria degli ultimi, un vecchio municipio.
I Progetti sono per le comunità religiose, laboratorio e formazione che si racconta, patrimonio delle case, corredo, sui paesaggi di chi partecipa alla storia, fondi archivistici assimilabili, raccolta del dismesso, ricordificio, politica della memoria all’altezza del suo rilievo, nomi, luoghi, esistenze ricostruite, recupero del ricordo di fatti, emancipazione dei saperi, tasselli e mosaici ricostruiti, rifugio dell’Italia libera, nutrimento per gli umili, raccolta di quello che è prodotto.
Scopi. Portiamo indietro nel tempo, all’origine dell’Italia, conoscenza e condivisione, stanze immersive, memoria presente tradotta in modo plurimo e disponibilità in piattaforma, libretti di donne legati alla fabbrica, confronto di punti di vista, per il pane portato a piedi, archivio immenso, un luogo massimamente vivo per considerare le memori operanti, tramandare e valorizzare itinerari, perpetuare l’essenza del concetto di pace, per gli aspetti della storia.
Attività. Feste d’orchestra da pubblicare quando successe di tutto, il meraviglioso, educazione d’istituto d’infanzia, documenti di forma teatrale, rivolta di edili lanci di biciclette, rete sul lavoro, storie di campagne, ricerca sociologica e visuale, ricostruzione di amici, sul cambio di nome in una città viva, raccontando l’archivio di storie piccole collegate alle ampie, creazione per le istituzioni capillare, un cammino ad anello nelle piazze deserte, con un metodo scientifico.
Destinatari. Per famiglie e bambini nei molti comuni, platee intergenerazionali, persone in sfilata di racconti, comunità di esperienza replicabile, per chi vuole accedere, per i parenti, per le scuole museo di comunità, studenti destinatari principali, le cose essenziali: le scuole, le compagnie recitanti una lettura delle pietre, parole chiave per tessere la storia disarchiviando, riordino, inventario e diffusione, esperienza sensoriale dei paesi con gli ultracinquantenni.
Risultati attesi: i benefici. Una toponomastica vivente, una rivoluzione della memoria, coinvolgimenti a cascata, ampliamento del peso specifico, passaggi fra materiale e immateriale, l’abbraccio del mondo contadino, racconto di riconnessione con i nonni per cento miliardi di Davide, narrazioni estratte in sperimentazione per chi studia in comunità, giovani generazioni di utenza larga. Con tutte le età, ricchezza incomparabile, sono coinvolte molte persone.
Innovazioni in corso. Lo spettacolo è divulgazione, un racconto che gira. Sperimentiamo intrecci d’arte, fruizione popolare, procedura di accessibilità partigiana, museo da vivere che sommerge, discussioni sulla visione, ricostruzioni, esplosioni delle parole da tutti gli articoli, un prototipo di giovani e performance. Interconnessioni tra operatori si riappropriano delle radici in una scuola che pratica la collaborazione, il pan bello, profumo di campo, il luogo finalmente visibile.
Punti critici emergenti. Una revisione continua migrante nei teatri che pesa sul volontariato. Una difficile messa d’insieme, laboratorio d’intenso confronto, museo che chiede strumenti innovativi con poco tempo per attingere dalle storie nascoste. Serve più tempo e supporto scientifico pubblico, dialoghi da migliorare tra pubblico e privato, in tempi accelerati anche sotto la pioggia nelle notti d’estate, quando non possiamo pubblicare.