1. Memoria attiva: fare Memoria
Come ideare progetti e percorsi di senso (anche attraverso l’utilizzo di diverse forme artistiche, tecnologie digitali e riutilizzo creativo del patrimonio documentale), capaci di innescare processi di memoria attiva con chiavi di lettura significative del presente?
I temi sono questioni trasversali
Credo che già l’idea di declinare i luoghi della memoria secondo quattro temi di grande attualità sia molto utile, perché si tratta di argomenti che hanno un valore, una loro importanza trasversale nel tempo: il ruolo delle donne nella storia del Novecento e il ruolo delle donne più In generale Oggi abbiamo la marginalità come tema quanto mai contemporaneo, il tema della pace e dei conflitti, il tema delle disuguaglianze economiche: sono tutte questioni che hanno attraversato l’intera storia, non solo della Regione Puglia, ma del nostro Paese e dell’intero mondo. E sarà interessante vedere come i diversi luoghi scelti siano stati toccati o abbiano affrontato queste questioni nel corso del tempo.
Passato, presente, futuro: in una relazione continua
Una cosa che potrebbe spingere le realtà che partecipano al percorso ad elaborare progettualità e iniziative su queste tematiche è mettere in continua relazione il passato, il presente, il futuro dei luoghi ancora vivi e dei luoghi dimenticati. Pensare che esiste una linea del tempo che collega passato, presente e futuro, che li rende reali e vivi. Un altro spunto è che forse in diversi contesti abbiamo bisogno di creare dei percorsi culturali che sappiano far dialogare il passato e l’attualità, non solo per fotografare quello che c’era o quello che c’è, ma anche per contribuire al superamento di quelli che sono gli ostacoli socioculturali all’inclusione sociale del nostro tempo. Cercare di creare questo dialogo, non solo per fotografare, per fare un’istantanea, ma per risolvere dei problemi in una logica di apprendimento continuo da quello che ereditiamo dal passato e dal presente che viviamo day by day: imparare da questa idea di memoria, che non è fissa, ma fluida, trasversale e continua nel tempo.
2. Comunità di patrimonio: fare Comunità
Come costruire comunità che riconoscono i luoghi della memoria (materiali e immateriali) come eredità culturale, riflesso ed espressione di valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione, capaci di curarli innestando innovazione sociale duratura nel tempo?
Rendere fruibile il patrimonio
Il modo migliore secondo me per costruire comunità che lavorano attorno ai luoghi della memoria, siano infrastrutture materiali o immateriali, è partire dall’idea che per molti anni in Italia abbiamo lavorato solo ed esclusivamente sul tema della conservazione e della tutela del patrimonio che ci circonda. Oggi l’obiettivo deve essere rendere fruibile questo patrimonio, rivitalizzarsi e cercare di lavorare in questo senso: non conservare all’interno di teche di vetro, come se qualcosa di prezioso debba necessariamente essere protetto, ma rendere fruibile e accessibile, aprire e non chiudere.
Risvegliare le comunità
Non è facile creare delle comunità si tratta forse di risvegliarle, anche creando all’interno di quelli che sono i luoghi della memoria fisici e materiali, dei progetti culturali o dei progetti sociali ideati per e con le comunità. Per esempio delle Call per le artiste e gli artisti locali che lavorano attorno ai luoghi della memoria, coinvolgere le più giovani e più giovani all’interno delle scuole, con mostre. Portare la gente all’interno di questi luoghi. Non aspettare che arrivino ai luoghi della memoria, ma aprirli e cercare di coinvolgere con eventi e allestimenti site specific, che hanno che questa capacità sempre continua di mettere in dialogo trasversale il passato, il presente e il futuro.
3. Visioni di impatto: fare Cambiamento
Cosa suggeriresti alle organizzazioni per promuovere un orientamento alla progettazione delle attività, che ponga al centro il cambiamento che si desidera generare in relazione ai Luoghi della Memoria? Cosa dovremmo considerare in una valutazione di impatto?
Sul tema dell’impatto e io credo che in ogni iniziativa, in ogni progettualità si debba partire dal cambiamento che le organizzazioni che vi sono dietro intendono generare. Considerando la cornice generale dell’iniziativa dei Luoghi della Memoria in Puglia è difficile per un soggetto esterno dire come si produce impatto e cambiamento. Davvero si deve essere all’interno di quell’organizzazione, di quella specifica progettualità.
Costruire comunità di patrimonio e un nuovo rapporto con il territorio
Forse riuscire a costruire delle comunità di patrimonio attorno a un luogo della memoria è in sé l’impatto chiave. Un altro impatto chiave può essere la costruzione di un rapporto diverso con il proprio territorio, a partire dalla riscoperta della sua storia: riscoprire la Puglia, i luoghi conici della Puglia, ragionando sulla storia importante che caratterizza questa regione, le tante città, le tante campagne che compongono la Puglia.
Produrre effetti sui temi
Avendo poi i progetti anche dei temi – penso a quello delle donne e al tema della Pace – si potrebbe cercare di orientare l’azione, per produrre rispetto ad essi effetti nel medio e lungo periodo: sensibilizzare al ruolo della donna, sensibilizzare alle tematiche della pace, della non violenza.
Per una narrazione più stratificata
Su questo filone, si potrebbe pensare di generare un cambiamento nel medio e nel lungo periodo, in generale lavorando a quella che può essere una narrazione altra, più complessa e più stratificata del proprio territorio. Tenendo presente le persone che lo abitano e pensando che questa narrazione nel corso del tempo possa rivolgersi anche ai cittadini che vi transitano, ai cosiddetti turisti: una narrazione complessa, che non viene offerta solo ai residenti.
Per un turismo di profondità
È un’idea anche diversa di turismo, che non è mero entertainment, ma è un turismo che acquista profondità, nella misura in cui riscopre e ragiona sulla storia passata, presente e futura di un luogo. Un turismo che acquista complessità e forse assume una dimensione di senso più importante. Credo possa essere un tema anche urgente, se non urgentissimo, in una regione come la Puglia dove il turismo è arrivato in maniera forte e anche improvvisa. Forse, spingere il turismo pugliese a ragionare sul territorio che si attraversa può essere un modo per renderlo più consapevole: un turismo che non guarda solo al mare o alla masseria come luogo fittizio. Ma la masseria come luogo del passato che sta acquistando una nuova contemporaneità: il come, il quando e il perché.
Roberta Franceschinelli è program manager di Unipolis, la fondazione d’impresa del Gruppo Unipol e del Gruppo UnipolSai, per cui ha ideato e seguito il programma Culturability. Collabora ad alcuni progetti di ricerca, allo studio delle richieste di supporto e alla gestione delle relazioni esterne. È cofondatrice e presidente de Lo Stato dei Luoghi, rete nazionale di attivatori di luoghi e spazi rigenerati, che conta attualmente oltre cento fra organizzazioni e persone fisiche aderenti. Sui suoi ambiti di competenza, scrive pubblicazioni, tiene convegni e docenze. Di recente, ha pubblicato e promosso in giro per l’Italia il primo libro interamente curato da lei “Spazi del possibile. I nuovi luoghi della cultura e le opportunità della rigenerazione” (FrancoAngeli, 2021). Attualmente fa parte dello Steering Committee del progetto SI VALUTA sul “Riuso di beni dismessi per finalità di interesse generale” promosso dal Nuvap del Dipartimento per le Politiche di Coesione; in passato ha fatto parte del direttivo dell’associazione RENA. Negli ultimi anni si è specializzata in processi di rigenerazione comunitari di spazi culturali con un impatto sociale e civico.