Lecce, Museo Sigismondo Castromediano, Bari, Fiera del levante, Regione Puglia – Dipartimento Turismo e Cultura. 15.30-18.30.
Il laboratorio
I promotori dei progetti pilota attuano due incontri in presenza, simultanei e interconnessi, a Lecce e a Bari, con fasi di plenaria e fasi di gruppo.
Osservano insieme l’articolo 3 della Legge Regionale 10/2020 attraverso le proprie esperienze, aggregando e ricomponendo le declinazioni identitarie dei Luoghi della Memoria e degli archivi del Novecento. Utilizzano i fattori emersi nel laboratorio del 27 aprile e nell’incontro con i testimoni della memoria del 4 maggio 2023.
Art. 3 – Luoghi della memoria e archivi storici
1. La Regione promuove la conservazione e la valorizzazione dei “Luoghi della memoria” presenti sul territorio regionale, da intendersi quali spazi fisici all’interno dei quali siano presenti segni visibili e rilevanti, elementi materiali o simbolici che consentano di approfondire e diffondere la conoscenza, l’analisi critica e la riflessione sui fatti, sugli eventi e sui processi storici di particolare rilievo che hanno interessato il territorio regionale nell’età contemporanea, con particolare riferimento al Novecento; riconosce, altresì, il ruolo e sostiene l’attività degli enti che si occupano della cura scientifica, della gestione e della valorizzazione formativa e culturale dei “Luoghi della memoria”.
2. La Regione favorisce, in conformità con la vigente legislazione nazionale, la tutela, la valorizzazione, e la fruibilità pubblica degli archivi storici e dei centri di documentazione, pubblici e privati, che conservano e gestiscono sul territorio regionale il patrimonio documentale e archivistico relativo all’età contemporanea, con particolare riferimento alla storia del novecento.
Due approfondimenti paralleli
I due gruppi lavorano sulla lavagna condivisa, dettagliando l’infografica dell’art. 3 della Legge.
Le declinazioni emerse nel laboratorio
I luoghi della memoria sono spazi fisici all’interno dei quali siano presenti segni visibili e rilevanti.
Lo spazio fisico è:
- dei cittadini per i cittadini, dove la memoria accade,
- luogo della memoria come storia, che viene contestualizzata in un luogo e in un borgo,
- luogo simbolico del potere civile e politico, separato dal potere statale
- un parco imprenditoriale, sede di archivio,
- uno spazio misto in dialogo e un unico corpo archivio vivente,
- archivio fruibile come terzo luogo,
- archivio come luogo fisico indipendente dallo spazio fisico,
- una ricerca storica: la biblioteca è memoria,
- un parco di documenti: memoria, carte in uno spazio che parla, con un bosco di visione paesaggistica,
- un parco della memoria, per fatti accaduti in un’area vasta,
- un verde pubblico presente nella memoria delle attività e delle persone
- riscoperta di un luogo che avrà nuovi usi, un ex qualcosa che diventa altro,
- un oleificio, un ipogeo proto-industriale, per le illuminazioni notturne che i ragazzi conoscono, dai fuochi degli scarti.
I luoghi della memoria sono spazi fisici all’interno dei quali siano presenti elementi materiali o simbolici che consentono di approfondire e diffondere la conoscenza:
- per restituire al futuro l’accesso alla carta, per vedere dal vivo il documento scritto, per custodire la materia d’archivio,
- serve il tatto, l’odore, la sinestesia,
- una memoria di materiali d’archivio datati: VHS, foto. Il tattile e il simbolico,
- foto e giornali ciclostilati dei gruppi giovanili,
- materializzazione attraverso documenti visionabili,
- unione di archivi e di nuove forme d’arte per restituire dignità,
- un’integrazione di più fonti di archivi, privati e pubblici, per la costruzione di una linea temporale della vita delle persone,
- una scoperta diretta della vita delle persone attraverso la rete degli archivi,
- i traumi, le morti avvenute, i diari giornalieri,
- un ritorno sui luoghi, per registrare i cambiamenti del paesaggio,
- un nuovo livello di accesso tra uomini e donne che hanno vissuto
- uomini e donne sono memorie viventi e simboliche
- gli oggetti vengono riutilizzati per nuove memorie e narrazioni,
- gli oggetti continuano a vivere.
I luoghi della memoria sono spazi fisici all’interno dei quali siano presenti elementi materiali o simbolici che consentono l’analisi critica e la riflessione sui fatti, sugli eventi e sui processi storici di particolare rilievo che hanno interessato il territorio regionale nell’età contemporanea, con particolare riferimento al Novecento:
- intrecci che consentono l’uscita dalla storiografia tradizionale per scardinarla,
- un’integrazione fra esperti di storia locale, accademici e testimoni: voci intrecciate e recuperate, per testare le ricostruzioni,
- analisi critica sulle fonti e rischio di manipolazione,
- dal locale parte una nuova narrazione anche per la storia nazionale,
- lotte contadine e potere,
- accoglienze di profughi,
- storia dell’emigrazione,
- mondi non visti avanzati, di agricolture biologiche antiche,
- un’articolazione umana, perché alla fine hanno deposto le armi e hanno convissuto,
- cose che ci parlano più oggi rispetto alle loro epoche,
Conservazione e valorizzazione dei “Luoghi della memoria” del territorio regionale significa:
- aprire i luoghi e gli archivi,
- una rete di archivi, per pescare insieme da un passato recente nuovi modi di vivere,
- per sistematizzare una rete evidente, una mappatura dei luoghi della memoria,
- per una fruizione consapevole, un sistema regionale e turistico,
- attraverso i progetti rendiamo visibili i modi di vivere sostenibili,
- per storie da raccontare.
- Emerge una terra viva,
- il colore che ti offre la persona, il nome dei muli, il racconto,
- un ecosistema, un paesaggio culturale che si va costruendo,
- memoria nella topografia,
- digitalizzazione, che racconta le vite e i luoghi fisici,
- digitalizzazione per la fruibilità e la ricerca,
- didascalie, documentari e QR code di racconto,
- perché più il tempo passa, più ti allontani dai testimoni diretti
Cura scientifica, gestione valorizzazione formativa e culturale dei “Luoghi della memoria” significa:
- rendere i luoghi riconoscibili (molti sono monumenti contemporanei), soprattutto per le giovani generazioni,
- rendere visibile l’invisibile,
- innescare la meraviglia.
Tutela, valorizzazione, fruibilità pubblica degli archivi storici e dei centri di documentazione, pubblici e privati significa:
- unione di archivi e di nuove forme d’arte per restituire dignità,
- un archivio cartaceo e digitalizzato,
- video interviste di chi ha vissuto e scritto,
- racconti conseguenti in drammaturgie,
- uno spettacolo teatrale,
- una narrazione che si trasforma,
- innesco di un processo,
- continuare: raccogliere e generare,
- che non riesci a mettere la parola fine, perché parli di loro,
- integrare fonti orali, racconti, archivi diversi,
- mostra, per documenti e manufatti,
- messa in rete di archivi privati,
- percorsi di luoghi per un turismo culturale,
- tour virtuale per arrivare dove non arrivi,
- accogliendo le sfide delle nuove tecnologie per la fragilità degli archivi,
- fragilità d’archivio e continua ricomposizione,
- una dimensione multipiattaforma,
- sollecitare a frequentare i luoghi attraverso il gaming,
- espandere e ampliare il raggio di azione sull’arte contemporanea,
- arte performativa e gioco a favore della conoscenza storica,
- riproposizione di pratiche storiche in pratiche contemporanee,
- nuovi repertori musicali per diffondere compositori storici.
Il patrimonio documentale archivistico del Novecento è:
- archivio che si racconta e mette a disposizione il patrimonio in eventi pubblici,
- accesso facilitato agli archivi privati,
- apertura di archivi privati.