Un percorso di Teatro Pubblico Pugliese - Regione Puglia

Come stiamo declinando i Luoghi della Memoria.

Pubblicato il 23 Maggio 2023

Lecce, Museo Sigismondo Castromediano, Bari, Fiera del levante, Regione Puglia – Dipartimento Turismo e Cultura. 15.30-18.30.

Il laboratorio

I promotori dei progetti pilota attuano due incontri in presenza, simultanei e interconnessi, a Lecce e a Bari, con fasi di plenaria e fasi di gruppo.

Osservano insieme l’articolo 3 della Legge Regionale 10/2020 attraverso le proprie esperienze, aggregando e ricomponendo le declinazioni identitarie dei Luoghi della Memoria e degli archivi del Novecento. Utilizzano i fattori emersi nel laboratorio del 27 aprile e nell’incontro con i testimoni della memoria del 4 maggio 2023.

Art. 3 – Luoghi della memoria e archivi storici

1.  La Regione promuove la conservazione e la valorizzazione dei “Luoghi della memoria” presenti sul territorio regionale, da intendersi quali spazi fisici all’interno dei quali siano presenti segni visibili e rilevanti, elementi materiali o simbolici che consentano di approfondire e diffondere la conoscenza, l’analisi critica e la riflessione sui fatti, sugli eventi e sui processi storici di particolare rilievo che hanno interessato il territorio regionale nell’età contemporanea, con particolare riferimento al Novecento; riconosce, altresì, il ruolo e sostiene l’attività degli enti che si occupano della cura scientifica, della gestione e della valorizzazione formativa e culturale dei “Luoghi della memoria”.

2.  La Regione favorisce, in conformità con la vigente legislazione nazionale, la tutela, la valorizzazione, e la fruibilità pubblica degli archivi storici e dei centri di documentazione, pubblici e privati, che conservano e gestiscono sul territorio regionale il patrimonio documentale e archivistico relativo all’età contemporanea, con particolare riferimento alla storia del novecento.

Due approfondimenti paralleli

I due gruppi lavorano sulla lavagna condivisa, dettagliando l’infografica dell’art. 3 della Legge.

Le declinazioni emerse nel laboratorio

I luoghi della memoria sono spazi fisici all’interno dei quali siano presenti segni visibili e rilevanti.

Lo spazio fisico è:

  • dei cittadini per i cittadini, dove la memoria accade,
  • luogo della memoria come storia, che viene contestualizzata in un luogo e in un borgo,
  • luogo simbolico del potere civile e politico, separato dal potere statale
  • un parco imprenditoriale, sede di archivio,
  • uno spazio misto in dialogo e un unico corpo archivio vivente,
  • archivio fruibile come terzo luogo,
  • archivio come luogo fisico indipendente dallo spazio fisico,
  • una ricerca storica: la biblioteca è memoria, 
  • un parco di documenti: memoria, carte in uno spazio che parla, con un bosco di visione paesaggistica, 
  • un parco della memoria, per fatti accaduti in un’area vasta,
  • un verde pubblico presente nella memoria delle attività e delle persone
  • riscoperta di un luogo che avrà nuovi usi, un ex qualcosa che diventa altro,
  • un oleificio, un ipogeo proto-industriale, per le illuminazioni notturne che i ragazzi conoscono, dai fuochi degli scarti.

I luoghi della memoria sono spazi fisici all’interno dei quali siano presenti elementi materiali o simbolici che consentono di approfondire e diffondere la conoscenza:

  • per restituire al futuro l’accesso alla carta, per vedere dal vivo il documento scritto, per custodire la materia d’archivio,
  • serve il tatto, l’odore, la sinestesia,
  • una memoria di materiali d’archivio datati: VHS, foto. Il tattile e il simbolico,
  • foto e giornali  ciclostilati dei gruppi giovanili,
  • materializzazione attraverso  documenti visionabili, 
  • unione di archivi e di nuove forme d’arte per restituire dignità,
  • un’integrazione di più fonti di archivi, privati e pubblici, per la costruzione di una linea temporale della vita delle persone,
  • una scoperta diretta della vita delle persone attraverso la rete degli archivi,
  • i traumi, le morti avvenute, i diari giornalieri,
  • un ritorno sui luoghi, per registrare i cambiamenti del paesaggio,
  • un nuovo livello di accesso tra uomini e donne che hanno vissuto
  • uomini e donne sono memorie viventi e simboliche
  • gli oggetti vengono riutilizzati per nuove memorie e narrazioni,
  • gli oggetti continuano a vivere.

I luoghi della memoria sono spazi fisici all’interno dei quali siano presenti elementi materiali o simbolici che consentono l’analisi critica e la riflessione sui fatti, sugli eventi e sui processi storici di particolare rilievo che hanno interessato il territorio regionale nell’età contemporanea, con particolare riferimento al Novecento:

  • intrecci che consentono l’uscita dalla storiografia tradizionale per scardinarla,
  • un’integrazione fra esperti di storia locale, accademici e testimoni: voci intrecciate e recuperate, per testare le ricostruzioni,
  • analisi critica sulle fonti e rischio di manipolazione,
  • dal locale parte una nuova narrazione anche per la storia nazionale,
  • lotte contadine e potere,
  • accoglienze di profughi,
  • storia dell’emigrazione,
  • mondi non visti avanzati, di agricolture biologiche antiche,
  • un’articolazione umana, perché alla fine hanno deposto le armi e hanno convissuto, 
  • cose che ci parlano più oggi rispetto alle loro epoche,

Conservazione e valorizzazione dei “Luoghi della memoria” del territorio regionale significa: 

  • aprire i luoghi e gli archivi,
  • una rete di archivi, per pescare insieme da un passato recente nuovi modi di vivere,
  • per sistematizzare una rete evidente, una mappatura dei luoghi della memoria,
  • per una fruizione consapevole, un sistema regionale e turistico,
  • attraverso i progetti rendiamo visibili i modi di vivere sostenibili,
  • per storie da raccontare.
  • Emerge una terra viva,
  • il colore che ti offre la persona, il nome dei muli, il racconto, 
  • un ecosistema, un paesaggio culturale che si va costruendo,
  • memoria nella topografia,
  • digitalizzazione, che racconta le vite e i luoghi fisici, 
  • digitalizzazione per la fruibilità e la ricerca,
  • didascalie, documentari e QR code di racconto,
  • perché più il tempo passa, più ti allontani dai testimoni diretti

Cura scientifica, gestione valorizzazione formativa e culturale dei “Luoghi della memoria” significa:

  • rendere i luoghi riconoscibili (molti sono monumenti contemporanei), soprattutto per le giovani generazioni, 
  • rendere visibile l’invisibile,
  • innescare la meraviglia.

Tutela, valorizzazione, fruibilità pubblica degli archivi storici e dei centri di documentazione, pubblici e privati significa:

  • unione di archivi e di nuove forme d’arte per restituire dignità,
  • un archivio cartaceo e digitalizzato, 
  • video interviste di chi ha vissuto e scritto,
  • racconti conseguenti in drammaturgie, 
  • uno spettacolo teatrale,
  • una narrazione che si trasforma,
  • innesco di un processo, 
  • continuare: raccogliere e generare, 
  • che non riesci a mettere la parola fine, perché parli di loro, 
  • integrare fonti orali, racconti, archivi diversi, 
  • mostra, per documenti e manufatti,
  • messa in rete di archivi privati, 
  • percorsi di luoghi per un turismo culturale, 
  • tour virtuale per arrivare dove non arrivi, 
  • accogliendo le sfide delle nuove tecnologie per la fragilità degli archivi,
  • fragilità d’archivio e continua ricomposizione, 
  • una dimensione multipiattaforma, 
  • sollecitare a frequentare i luoghi attraverso il gaming, 
  • espandere e ampliare il raggio di azione sull’arte contemporanea, 
  • arte performativa e gioco a favore della conoscenza storica, 
  • riproposizione di pratiche storiche in pratiche contemporanee, 
  • nuovi repertori musicali per diffondere compositori storici.

Il patrimonio documentale archivistico del Novecento è:

  • archivio che si racconta e mette a disposizione il patrimonio in eventi pubblici,
  • accesso facilitato agli archivi privati,
  • apertura di archivi privati.